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Passegiata nella storia di
San Pietro Apostolo (CZ)  

Le origini

COLLA PAGLIARA

La tradizione vuole che verso il 1600 alcuni agricoltori, originari di Motta Santa Lucia si spingessero fino ai confini di Tiriolo in un territorio devasto ed in parte disabitato per le continue angherie dei dominatori precedenti, sopratutto durante il dominio delle truppe francese del 1521, che avevano fatto diminuire la populazione quasi su tutto il territorio. Per ovviare a questo problema il Duca Doria Cigala decise, pertanto, di concedere varie agevolazione a chi si fosse stabilito su queste terre per ripopolarle. (1) I mottesi inizialmente si stabilirino in una zona chiamata "Colla", situata ad Ovest dell'attuale San Pietro Apostolodi Tiriolo, costruendo delle capanne e coprendole di paglia (quella zona ora viene, appunto, denominata "Colla Pagliara"). Successivamente, a causa del disagio provocato dai venti e dal forte freddo, con il permesso del principato di Tiriolo si spostarano verso Est in una borgata totalmente abbandonata dove ora sorge il paese di San Pietro Apostolo. Fin dagli inizi del 16000 il nucleo dei nuovi abitatori contadini e pastori compresero i valori di quelle zone, iniziando a lavorare i terreni incolti ed a praticare la pastorizia. I più grossi proprietari terreni, con i primi guadagni, costruirono sulle rivedel fiume Amato i primi mulini per macinare il grano. La populazione, cresciuta di numero, pensò di costruire, oltre altre case per l'abitazione anche una Chiesa in onore dell'apostolo Pietro scelto come protettore del villagio.  

MOTTA DI SANTA LUCIA

Antica terra chiamata dapprima Porchia e poi Motta di San Salvatore. Si vuole che fosse agregato di quindici villaggi, cioè Aquino, San Bernardo, Passaggio, Tomaini, Particello, Casenuove, Rizzi, Cerrisi, Adami, Stocchi, Palinudo, Censo, Liardi, Mannellie Colla. Incorporato nella contea di Martirano, appertenne ai di Gennaro(1496) ed ai d'Aquino Principe di Castiglione. L'ordinamento amministrativo disposto nel 1799 dalla Republica Partenopea ne fece un comune nel Cantone di Nicastro. I francesi, con la legge 19 gennaio 1807 ne facevano un Luogo, od Università nel considetto Governo di Martirano. Con il decreto 4 maggio 1811, istitutivo dei Comuni e dei Circondari, veneva compreso tra i primi e mantenuto nella giuridizione di Martirano. Per effetto della legge del Borbone 1 maggio 1816, istitutiva delle due nuove provincie di Catanzaro, in sostituzione di Monteleone e di Reggio, Motta con tutto il Circondario, veniva trasferito dalla provincia di Cosenza in quella di Catanzaro. (2)

SAN PIETRO APOSTOLO

Il Comune di San Pietro Apostolo attualmente e composto dal centro (ab.1959) e dalle località: Collicella (ab. 6), Graziano (ab.44), Pasqualazzo (ab.56), Petrarizzo (ab. 34), Bivio Zeta e case sparse (ab. 55). Il suo territorio e di Kmq.11.51 ed e largo 1Km. Circa: il paese sorge e si estende adagiato su una piccola valle nell'alto del fiume Amato, e del fiume Corace. Tutti i fiumi, nel dialetto del paese vengano chiamati "Jumare". Il paese si trova a 750 metri di quota sul livello del mare, a 26 Km. da Catanzaro cui è collegato dalla Strada Statale 19 che lo attraversa. Confine a nord con Cicala, a sud con Tiriolo, Miglierina, ad est con Gimigliano ed ad ovest con Serrastretta. Il paese, situato in una bella posizione panoramica collinare e dominato dal'alto dal grande costone del Monte "Crocifisso" la cui vallata sottostante e representata da oliveti et frutteti, fino al fiume amato che ne limita i confini. Il paese si trova al centro tra i due mari, Il mar Tirreno e il mar ionio, dalle aque limpide ed azurre,ed e proprio per la vicinanza di questi due mari che sopratutto d'inverno il clima e mite, con fresche estati poichè sottoposto all'altopiano della stupenda e boscosa "piccola Sila", chiamata anticamente dai romani "Silva" e che, con i suoi boschi fitti, fu anche la grande selva dei Bruzi. Per la sua situazione climatica il paese ha una buona produzione nel settore agricolo con un buon sviluppo dell'olivicultura, della faggiolina,che viene venduat in tutti i centri commerciali della provincia, delle castagne e del legname. Di fronte al paese e situato il monte "Portella" (1039mt. sul livello del mare), che domina la vallato con i suo alberi secolari di castagno e di querce, di betulle, di larici e di abeti bianchi. Le pendici del Portella sono una delle più belle suggestive zone del territorio circostante ricca di sorgenti d'aqua, con un aria purissima e dove si può godere di un'autentica tranquilità tra il fresco e la pace. Ai piedi del monte scorre il fiume Amato che nasce a monte Decollatura e costeggia Serrastretta, il monte"Portella", San Pietro Apostolo, Tiriolo, Miglierina, Amato Maida, San Pietro Maida, per poi sfocciare attraverso la piana di Sant'Eufemia, nel mare Tirreno. Il fiume corace che si trova invece sul l'altro versante del Fondaco del paese nasce sotto l'altopiano della Sila Piccola, attraversa Ronchi, Bianchi, Morachi, passa dalla Castagna, dalle stazionei di Serrastretta, Carlopoli, SanPietro Apostolo, Cicale e Gimigliano dove, poco lontano, proprio sulla rive del fiume,e stato edificato il santuario della Madonna di Porto, affacciando una Chiesa più grande alla Chiesette settecentesca. Il fiume Coriace continua poi per Gagliano, Pratora, costeggia la stazione di Caraffa, prosegue per Sarrotino e sfoccia nel mare Ionio, precisamente nel golfo di Squillace, tra Catanzaro Marina e Roccelletta del Vescovo Squillace, una frazione del Comune di Borgia circondata da vegetazione: oliveti e fichi d'india. Le origini della Chiesa di Santa Maria della Roccelletta vengono attribuite, secondo alcuni studiosi, al secoloVI, secondo altri invece, alla metà del secolo XI-XII con la Chiesa di Constantinopoli.

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LE ORIGINI (ADDIZIONALE)

Le prime forme di insediamento umano in territorio di S.Pietro Apostolo furono determinate in età medievale dallo spostamento verso l'interno delle popolazioni rivierasche di quella parte della Calabria compresa fra il golfo di Squillace e il golfo di S.Eufemia, causato dai frequenti e sanguinosi assalti dai Saraceni; è appena il caso di ricordare che i pirati si spinsero fino a Tiriolo nel '930.

Un certo contributo allo sviluppo economico del territorio attraversato dai fiumi Amato e Corace fu apportato dall'Abbazia Cistercense di S.Maria di Corazzo e dal Monastero di S.Giuliano di Rocca Falluca: queste due istituzioni ecclesiastiche contribuirono notevolmente al popolamento e alla diffusione della religione cattolica nell'istmo calabrese in modo particolare tra l'XI° ed il XV° secolo.

In una successiva fase, quando cioè il popolamento del territorio era ormai venuto ad assumere i connotati di insediamento urbano, si verificò anche l'immigrazione di una nutrita comunità di coloni mottesi i quali, dopo il terremoto del 1638, si spinsero oltre il territorio montano di Decollatura e raggiunsero, seguendo il corso dell'Amato, San Pietro Apostolo. La comunità sampietrese fu soggetta alla giurisdizione amministrativa della vicina Tiriolo, fu sottoposta alla cura spirituale del Vescovo di Nicastro; ben presto si attivò, col concorso di tutti, nella costruzione della propria chiesa, i cui lavori iniziati nel 1619, furono ultimati il 1639 quando essa fu consacrata e fu aperta al culto.

Alla base della costruzione della Chiesa stanno motivazioni più strettamente religiose ma anche considerazioni di ordine politico: la Chiesa e il suo campanile, il più possibilmente alto, per molti secoli hanno rappresentato simboli indispensabili dell'unità di una comunità di cittadini.

La Chiesa di San Pietro Apostolo, consacrata nel 1639 da Mons.Perrone, Vescovo di Nicastro, in tre navate, aveva le fosse sottostanti alla pavimentazione utilizzate dalla comunità locale per la sepoltura dei defunti fino alla costruzione del Cimitero Comunale realizzata tra il 1870 e il 1880: conserva un bellissimo Fonte Battesimale in marmo verde di Gimigliano e un'importante tavoletta del 1736 col testo del ringraziamento dei fedeli sampietresi per avere il Patrono protetto il paese e i suoi abitanti in occasione della violenta tempesta di grandine verificatasi il 29 marzo di quell'anno durante la settimana santa.

Il villaggio San Pietro seguì le vicende amministrative della vicina Tiriolo fino a tutto il Settecento, ottenne la sua autonomia e fu elevato a Comune con la Legge n. 14 del 19 gennaio 1807 con la denominazione di "San Pietro di Tiriolo", e inserito nella giurisdizione di Calabria Ulteriore.

Il 4 maggio 1811 il Comune assunse la denominazione di "San Pietro": il che testimonia del processo di separazione da Tiriolo che rimaneva, comunque, il capoluogo del circondario.
La Legge portante la circoscrizione amministrativa delle Provincie del Regno di Napoli (n. 360 del I maggio 1816), trasferì il Comune di San Pietro, con i suoi 1992 abitanti, dal circondario di Tiriolo a quello di Gimigliano, e dalla Provincia di Calabria Ultra alla nuova Provincia di Calabria Ultra Seconda (Catanzaro). L'episodio più noto della storia di San Pietro Apostolo è costituito dalla sosta di Giuseppe Garibaldi durante la notte dal 28 al 29 agosto 1860.

Il condottiero della Spedizione dei Mille, proveniente da Maida, fece tappa a San Pietro e precisamente fu ospite graditissimo nel Palazzo Tomaino dove, con i suoi più stretti collaboratori, fece il punto della situazione e programmò le imminenti operazioni che gli avrebbero aperto la via per Napoli; nella stessa notte Francesco Stocco, con pochi uomini, che avevano però acceso numerosi fuochi posti bene in vista sulle alture circostanti, induceva alla resa i 10.000 uomini comandati dal Generale Ghio ed accampati a Soveria Mannelli.

La permanenza di Garibaldi è attestata da due lapidi poste nel Palazzo Tomaino il 1887 ed il 1961.
Due sono i palazzi signorili nel centro storico sampietrese: il citato palazzo Tomaino ed il Palazzo Mazza, ripetutamente preso di mira dai briganti e che conserva i sistemi protettivi tra cui due fori per buttare l'olio bollente contro gli aggressori che tentavano di sfondare il portone.

Nell'economia di San Pietro, nel corso dell'Ottocento un ruolo importante hanno avuto la raccolta e la lavorazione della ginestra che, macerata nel sottostante fiume Amato, offriva una fibra utilizzata dalle filatrici locali per la produzione dei tessuti. Molto diffuso era anche l'allevamento del baco da seta, alimentato dalle foglie di gelso bianco presente sul territorio.

La seta prodotta veniva quasi tutta lavorata sul posto e in larga parte era commercializzata a Catanzaro, a Nicastro e anche nella vicina Serrastretta.  

GLI ABITANTI

San Pietro Apostolo alla fine del settecento contava 1900 abitanti

2,001 nel 1815
2,227 nel 1826
2,728 nel 1849
2,866 nel 1861
2,680 nel 1871
2,632 nel 1881
2,721 nel 1901
3,282 nel 1911
2,616,nel 1921
2,646 nel 1931
2,762 nel 1936
2,795 nel 1951  

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